Chi ha paura del Metaverso?
Metaverso. Questa parola, fino a qualche tempo fa, avrebbe fatto pensare a mondi immaginari e contingenti di qualche opera fantascientifica – e infatti il termine è stato coniato proprio da un autore sci-fi, Neal Stephenson – mentre oggi si riferisce a qualcosa di molto reale e molto imminente. Il futuro di internet, del business delle grandi aziende e della socialità stessa sarà, infatti, nel Metaverso. Il Metaverso è una realtà virtuale che viaggia sulla rete, un luogo tridimensionale ove ciascuno di noi potrà muoversi, incontrare persone, fare acquisti e assistere a eventi stando semplicemente a casa e utilizzando visori specifici per muovere il proprio avatar. Questa nuova dimensione e questo nuovo modo di vivere, lo abbiamo detto, non sono più relegati al solo reame della fantascienza: pensiamo a Facebook che ha già cambiato il proprio nome in Meta dichiarandosi pronta a rivoluzionare nuovamente il web con questa straordinaria innovazione. O pensiamo a Microsoft e all’acquisto di Activision-Blizzard, colosso del settore videogames. Un accordo di 75 miliardi di dollari che interessa e impatta non soltanto gli appassionati del settore videoludico, ma tutti noi: è chiaro, infatti, che Microsoft voglia affacciarsi all’era del Metaverso. Avere in pancia Activision-Blizzard consentirà all’azienda di investire in nuove piattaforme, in nuovi pianeti esplorabili con tecnologie che garantiranno al giocatore una totale immersione. Insomma, il Metaverso non è ancora nato ma già nelle nostre orecchie risuona il boom, l’esplosiva attività di tutti i pionieri che nel mondo virtuale stanno già costruendo e si stanno arricchendo. Su Opensea.com, il più grande market di NFT, è possibile comprare pezzi di terreno nell’altro universo anche per aprire delle attività. È il caso di Robert Doyle, un imprenditore di 37 anni proprietario di una banca e di un’autofficina. E sì, avete capito bene, stiamo parlando di attività che sono virtuali e che si trovano a Polka City, piattaforma di gioco multi-blockchain ove è possibile acquistare beni di diverso tipo ottenendone interessi settimanali pagati nel token “polka”, legato appunto alla piattaforma.
Multiverse of Madness! – gli universi paralleli che ci aspettano
Di sicuro per voi, come per noi, tutta questa storia è fonte di estrema curiosità, molta eccitazione, qualche perplessità e un notevole numero di domande. I multiversi saranno differenti universi visitabili e gestibili, che sono progettati e poi venduti pezzo per pezzo nei marketplace di spazi virtuali.
E per spiegarvi quanto concreta sia questa idea, sappiate che nel Metaverso c’è già chi si è addirittura sposato: si tratta di una coppia di 24enni indiani che ha potuto ricreare anche l’avatar del padre della sposa, deceduto di recente, così da permettergli di non mancare all’importante evento. Ma in Meta sono già stati trasposti anche alcuni orrori del mondo reale, visto che è già stata registrata la prima molestia sessuale denunciata da un utente di Horizon Worlds che ha subito un palpeggiamento (o meglio, lo ha subito l’identità proiettata nella realtà virtuale).
Ovviamente c’è anche chi ha molta, molta paura di questo futuro scenario dell’umanità. Un interessante articolo di Labparlamento.it cita infatti tutti i possibili risvolti angoscianti di questa nuova frontiera tecnologica: un’umanità sempre più connessa e meno disposta a interagire nel mondo reale, persone che vivono sempre più isolate con tutti i relativi problemi psicologici. Inoltre c’è il dilemma di chi governerà tutti i dati che saranno fagocitati dal Metaverso, e dunque dove finirà la privacy.
Il futuro delle aziende, il futuro di internet
Rispettando i dubbi e le ansie di tutti noi riteniamo che il Metaverso sia ormai il futuro cui dobbiamo abituarci, la prossima evoluzione del nostro modo di interagire e guadagnare. Il prossimo step inter-soggettivo, l’era del web3. La socialità potrebbe cambiare, ma le nostre potenzialità potrebbero innovarsi, moltiplicarsi. Le possibilità di trovare lavoro e offrire beni e servizi saranno innumerevoli, e così le nostre possibilità di acquistare, esplorare, fare conoscenza. Trincerarci dietro la paura o il rifiuto per queste nuove tecnologie potrebbe portarci a non comprenderle abbastanza ora che siamo in tempo, e trovarci poi a non saperle usare correttamente quando vorremmo.
Insomma: chi ha paura del Metaverso? Molti, ma non dovrebbe essercene. È il momento, questo, piuttosto, di iniziare a capire che ruolo potremmo avere noi – o meglio, il nostro alter ego virtuale– in questo nuovo mondo tutto da conoscere e da creare.